L’universale non dev’essere il dominio omogeneo, uniforme e standardizzato di un’unica forma culturale imperante, che alla fine perderà i colori del poliedro e risulterà disgustosa. È la tentazione che emerge dall’antico racconto della torre di Babele: la costruzione di una torre che arrivasse fino al cielo non esprimeva l’unità tra vari popoli capaci di comunicare secondo la propria diversità.

“Fratelli Tutti” Papa Francesco

Carissimi parrocchiani, pace e bene a tutti. Se un anno fa mi avessero detto che anche questa Pasqua sarebbe stata segnata dalla pandemia, non ci avrei creduto… e invece eccoci ancora alle prese con questo terribile virus.

A chi aggrapparci, dove trovare conforto, come superare il momento presente? Tutte domande lecite, tutte domande che non hanno una risposta unica ed efficace. Ognuno cerca la sua strada da percorrere per uscire al più presto da questo tunnel… d’altronde una flebile luce in fondo si intravede.

Per chi crede è importante rafforzare il legame con Dio e di conseguenza con i fratelli. La possibilità di celebrare la Messa in chiesa con la partecipazione della gente, seppur con numeri ridotti, oppure di poterla seguire via streaming è già un buon punto di partenza. La nostra fede si alimenta nell’incontro con il Signore attraverso la Sua Parola, i Sacramenti e la vicinanza con tanti uomini e donne di buona volontà. Inoltre in questi mesi si sono moltiplicate le occasioni per “formarsi” utilizzando le varie piattaforme social e le proposte veramente non mancano. La nostra parrocchia ha puntato su 2 iniziative, promosse dal Consiglio Pastorale, che hanno riscosso un certo successo: Fratelli Tutti e Connessi alla Parola.

La presentazione dell’ultima enciclica di papa Francesco, Fratelli Tutti, ha coinvolto al di là di ogni aspettativa, d’altronde il tema trattato dal pontefice è quanto mai di stretta attualità. La pandemia ci ha obbligati non solo a fermarci e riflettere, ma soprattutto ha contribuito a sfatare il mito che ci si salva da soli1: siamo sulla stessa barca e insieme dobbiamo remare verso la stessa meta. La globalizzazione economica e finanziaria non basta, ci vuole la globalizzazione della carità! Non a caso papa Francesco ha preso come riferimento il brano evangelico del buon Samaritano per condannare l’indifferenza e promuovere il prendersi cura gli uni degli altri, solo così potremo gettare le basi per una umanità nuova “che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace” (Fratelli Tutti, n. 127).

Il mio augurio per questa Pasqua è di trovare veramente serenità e gioia, seppur nelle limitazioni imposte dalle autorità… Per sentirsi uniti e vicini serve veramente poco, basta una telefonata, una email (che sarebbe la versione moderna delle vecchie lettere), uno sguardo con gli occhi, …

Non lasciamoci rubare la speranza di un mondo migliore: incominciamo subito, a partire da ognuno di noi.Nella misura in cui sapremo prenderci cura del nostro prossimo e del creato, sapremo veramente costruire un mondo più Umano, cioè abitato dalla vita stessa di Dio.

Auguri

Don Claudio

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