Carissimi parrocchiani, pace e bene a tutti.

In questa settimana appena trascorsa mi ha colpito in modo particolare un brano del Vangelo di Matteo che è stato proclamato mercoledì scorso e nel quale si leggeva: “Andate in città da un tale e ditegli: … farò la Pasqua da te con i miei discepoli” (26,14-25). Mi piace pensare a Gesù che invia i suoi a cercare una location adatta per celebrare la più importante festa ebraica: c’è bisogno di una casa, del cibo e di un certo clima di ospitalità… c’è bisogno insomma di un tale che possa offrire tutto questo. Quest’anno credo che quel tale sia ognuno di noi, penso che Gesù abbia scelto le nostre dimore per celebrare la sua Pasqua ovvero per spezzare il pane della sua Parola e farci dono della sua Vita.

Non meravigliatevi, è lo stile del Maestro, dopo aver camminato in lungo e in largo per le strade polverose della Palestina, ha bisogno di trovare una casa dove riposarsi, mangiare, passare a servire … in maniera del tutto inedita e inaspettata (almeno per qualcuno), ha privilegiato le piccole ma accoglienti cucine delle nostre case per portarci la sua pace.

Bè, qualcuno potrebbe obiettare e con ragione, dove sono finite le nostre liturgie, i nostri incontri, le nostre comunità? Semplicemente, nel 2020, un virus “tremendo” ci obbliga a rispolverare certe intuizioni del Concilio Vaticano II, e rimettere Cristo al centro della nostra esistenza, cercando altre modalità per mantenere viva la nostra fede in Lui, per sentirci ugualmente parte della Sua famiglia.

Leggevo in questi giorni con interesse ciò che è successo in Giappone: dopo il primo annuncio del Vangelo e una serie di persecuzioni la fede cristiana sembrava sepolta per sempre… e invece, anche senza messa e senza tante strutture, la fede è sopravvissuta, ha trovato il modo di essere trasmessa di generazione in generazione e quando l’annuncio è ripreso, con meraviglia, i missionari hanno trovato delle piccole comunità cristiane.

Allora coraggio! La presente situazione ci obbligherà a fare scelte diverse per il futuro, non tutto sarà più come prima, però la gioia dell’incontro con Gesù sarà la nostra forza: sì, la gioia non è soltanto un sentimento, un’emozione, uno stato d’animo; è la presenza di un bene, è la presenza di Gesù nelle nostre dimore ma soprattutto nel nostro cuore.

Buon incontro con Gesù Risorto!

Buona Pasqua ovvero buona liberazione dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento… perché con Gesù nel cuore rinasce la speranza per un mondo nuovo.

Il vostro parroco
don Claudio

 

Nel foglietto settimanale (click sull’immagine sotto) è presente il commento al Vangelo di questa settimana, alcune preghiere e dei giochi per i più piccoli.

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