Durante le 4 domeniche di avvento di quest’anno verranno pubblicate su questo sito e sul profilo instagram dell’oratorio alcune riflessioni sul vangelo della domenica estratte dal sussidio adolescenti della pastorale giovanile di Trento.

Puoi tornare alla riflessione della settimana scorsa:

L’impegno di questa terza settimana di Avvento è:
Lasciati sorprendere da chi nella società di oggi ti colpisce perchè ha uno sguardo di vita diverso, nuovo.

Di seguito l’estratto della terza domenica di avvento.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 11,2-11
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne ndavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Commento

Giovanni ha obbedito a quella voce che lo invitava ad una vita a servizio della Vita, della Vita che doveva venire. Sorge ora il dubbio, la paura di aver sbagliato tutto, di essere andato dietro ad un qualcosa che non vede.
Gesù rassicura Giovanni. Non si è ingannato, non ha speso a vuoto la sua esistenza. Il Cristo è venuto ma non a portare il castigo, ma la Sua Misericordia.
Come Giovanni, riflettiamo su chi è per noi Dio e lasciamoci trasformare ascoltando la Sua Parola, per essere beati, per essere felici.

Focus

Il numero 139 di Laudato Si’ si sofferma sulla nozione di ambiente. Noi tutti viviamo all’interno di un habitat che ci condiziona e che condizioniamo. Ma cosa significa per noi la parola ambiente?
Il vocabolario ci aiuta dandoci una definizione precisa, affermando che “l’ambiente è un sistema complesso di fattori fisici; chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi e di relazioni in cui sono immersi tutti gli organismi che abitano il Pianeta”. Prima di tutto ci viene detto che l’ambiente è un sistema e già questa parola ci fa capire che stiamo parlando di una realtà data da situazioni connesse tra loro. Non stiamo parlando di una realtà finita e semplice, no, abbiamo di fronte una realtà data da fattori che sono strettamente connessi agli uni agli altri e per questo non separabili e non comprensibili se non alla luce di uno studio organico. L’altra parola fondamentale all’interno della definizione di ambiente è proprio il termine relazioni. In esso ci sono delle connessioni che, in diversi modo, mettono tutti in contatto agli uni con gli altri. Tutto ciò non deve però far sorgere in noi un sentimento di oppressione, ma al contrario farci sentire orgogliosi di essere parte di un progetto grande dove anche noi siamo chiamati ad avere il nostro spazio e a vivere il nostro tempo non dimenticandoci che le nostre azioni, le nostre parole, i nostri atteggiamenti devono essere coerenti con le situazioni che viviamo. Troppa responsabilità sulle nostre spalle? No, da sempre siamo stati pensati per realizzare cose grandi!