Caro don Claudio,

è difficile trovare le parole giuste per raccogliere in un unico saluto riflessioni, emozioni, amicizie che in questi anni sono maturate nelle nostre Comunità durante la tua permanenza come parroco. Siamo tanti, con il tempo sei riuscito a conoscerci e a farti conoscere e il frutto di questo percorso fatto con tutti noi e con ciascuno di noi oggi si fa sentire forte, suscitando gioie, gratitudini, amarezze, sorrisi e qualche lacrima.

I sorrisi non possono mancare. Hanno da sempre caratterizzato il tuo servizio. Un prete incapace di fare un discorso serio dall’inizio alla fine. Se la riflessione è profonda e impegnata, almeno l’introduzione parte leggera. Se inizi una riflessione impostato, serio, equilibrato, sappiamo già che la chiusura sarà in levare, a ricordare che pur nella serietà non deve mai mancare lo spazio per la gioia e per la consapevolezza di non dover mai prendersi troppo sul serio.

Introduzione leggera, chiusura in levare. Così hai sempre fatto anche con noi. Il tuo arrivo nelle nostre Parrocchie, prima in collina e poi a Gardolo e Canova, ha destabilizzato molti di noi: “ma starà dicendo sul serio? Ci è o ci fa?” Un prete leggero, ma non superficiale. Sei stato capace di inseriti nei diversi contesti, a volte incontrando qualche difficoltà, ma conquistando giorno dopo giorno la fiducia di tutti, facendoti conoscere e imparando a conoscere ciascuno di noi. Oggi spetta a noi dimostrare di aver imparato la lezione e fare in modo che la conclusione di questo servizio sia in levare. Sia il giusto equilibrio tra commozione e ironia.

Grazie per il tempo che ci hai donato, sempre più prezioso in un contesto vocazionale fragile. Siamo consapevoli di quanto sia ormai un privilegio avere un pastore che può stare vicino alla propria comunità, fisicamente e spiritualmente. Tu non ci hai mai fatto mancare la tua presenza.

Grazie per l’entusiasmo e la determinazione. Portare avanti le proprie idee e farle conciliare con tutte quelle che dentro le nostre comunità esistono è impresa ardua. Sei riuscito a stare dentro questo processo, non facendo mancare la tua voce ma sapendo ogni giorno di più ascoltare anche quelle degli altri, maturando progetti anche ambiziosi e delicati come la collaborazione tra le nostre comunità a cui siamo chiamati a metterci in gioco.

Grazie per la tua particolare attenzione ai giovani. Hanno sempre trovato il tuo appoggio e la tua disponibilità. Oggi più che mai le nostre comunità hanno bisogno di dare spazio e opportunità a chi come loro deve trovare nuove vie e nuovi linguaggi per vivere con autenticità la fede. Dobbiamo saperli ascoltare e valorizzare. Su questo abbiamo potuto fare pieno affidamento alla tua sensibilità.

Grazie per averci anche rovinato la vita facendo acquisire in modo naturale e ormai istintivo in tutti noi l’intercalare “benon, benon”. Non ce lo leveremo più dalla testa, e questo sarà un modo divertente, in pieno stile don Claudio, di ricordarti.

Il servizio a cui il vescovo ti ha chiamato è sicuramente gravoso. Impegnativo per le responsabilità a cui sarai chiamato e per l’assenza di una comunità specifica per la quale spendersi ma al tempo stesso presso la quale ristorarsi. Vogliamo quindi manifestarti tutta la nostra vicinanza nella preghiera e nella disponibilità a esserci per ogni cosa. Questa parte di Trento rimarrà sempre casa tua.

Buona Strada, caro don Claudio.

 

 

Rivedi la Santa Messa in streaming